La simulazione: l’arte dei perdenti!
Amo lo sport, e lo amo in maniera straordinaria. Penso sia una delle forme di arte più riuscite all’uomo!
Amo lo sport per lo spirito del competere nel pieno rispetto delle regole, dell’avversario e di se stessi. Amo lo sport perchè ci aiuta a conoscere e superare i nostri limiti. Amo lo sport anche come metafora di vita.
Quando guardo un match di tennis, una partita di calcio, volley o basket, o qualsiasi altro sport da tifoso, adoro ammirare le gesta dei Campioni e le loro straordinarie gesta.
Quello che non mi piace per niente è la simulazione. Questa pessima abitudine è presente quasi unicamente nel calcio. Aumentano sensibilmente le azioni dove il calciatore si lascia cadere al minimo contatto per “guadagnare” una punizione.
Io ho praticato molti sport diversi, tra i quali anche il calcio. Non si cade ad ogni contatto. Chi ha giocato sa che solo nel caso di sgambetti o calci particolari si cade. Non si cade quasi mai sulle spinte! Alcuni professionisti si lasciano cadere ogni volta che non presentano un vantaggio, ogni volta che non possono prendere la palla.
Simulare è da perdenti ed è perdente:
- Perdente per il simulatore
- Perdente per lo spettacolo
- Perdente per lo sport
La simulazione è perdente per il simulatore
Quando un calciatore simula sta comunicando al proprio inconscio che non è sufficientemente forte per primeggiare onestamente, e deve utilizzare dei sotterfugi per ottenere un vantaggio.
Questa comunicazione implicita, distrugge le propria mentalità vincente e fa diminuire la propria autostima e la propria capacità di crescita.
Il calciatore che simula perde 2 volte:
- Perchè viene additato come un simulatore e crea rapporti pessimi con compagni di squadra, avversari, allenatori e arbitri.
- Perchè si comporta da perdente e sviluppa una mentalità del perdente.
La simulazione è perdente per lo spettacolo
Quello che non si rendono conto i burattinai del calcio, è che se non arginano il fenomeno, si troveranno fra una decina di anni tantissimi giovani che pensano che la simulazione fa parte del gioco.
Quando nelle partitelle che faccio, incontro i ragazzi di 16-20 anni. Spesso mi trovo che su contrasti molto leggeri, volano ed esagerano. Resto basito del fatto che questi ragazzi potrebbero superarmi facilmente, grazie alle loro capacità atletiche, e pensano a simulare.
I calciatori che seguo, se simulano, mi arrabbio moltissimo. Io li formo, giorno dopo giorno, ad essere dei numeri 1. Li aiuto a sviluppare la loro mentalità vincente.
La simulazione è perdente per lo sport
Io amo la giustizia nello sport. Ogni cosa che non è nelle regole non mi piace. Quando una cosa è fatta per aggirare le regole va punita severamente.
Il simulatore è come un ladro che ruba!!!