Il ruolo del genitore dei giovani atleti agonisti
La storia degli atleti è piena di genitori che hanno avuto un ruolo fondamentale nella crescita e sviluppo di un professionista dello sport. E vi assicuro sia in senso positivo che negativo.
Per un giovane atleta agonista il ruolo dei genitori è fondamentale. Bisogna che siano motivati e predisposti ad adeguare la vita della famiglia, o almeno ad organizzarla, in funzione di quella dell’atleta. Sia per accompagnarlo agli allenamenti, ai meeting, alle gare, agli stage “speciali”, ecc… sia per garantirgli un equilibrio tra sport, scuola e il resto.
L’impegno è enorme e non si limita, ovviamente, alle questioni logistiche, ma va ben oltre. Ci sono alcune cose fondamentali che possono incidere sulla crescita dell’atleta e posso contribuire nel bene e nel male al suo sviluppo:
- Rapporto con l’allenatore (o maestro o coach, ecc…)
- Rapporto con la scuola ( in Italia molto complesso )
- Ricerca del meglio per lo sviluppo dell’atleta (preparatore atletico dove non previsto, mental coach, nutrizionista, ecc…)
- Gestione delle gare ( pregara, gara e post gara )
- Rapporto con gli altri genitori ( negli allenamenti e nelle gare )
- …
Il ruolo del genitore diventa davvero complesso quando si parla di gestire lo stato emotivo del proprio figlio per tutto quello che riguarda:
- La gestione delle aspettative e degli obiettivi ( dell’atleta, dello staff e dei genitori )
- I momenti di crisi
- Le vittorie e le sconfitte
- La motivazione
- L’equilibrio tra impegno sportivo, scuola e divertimento ( amici )
Gestione delle Aspettative ( e degli obiettivi ) di un giovane atleta
Questo argomento fa la differenza nella crescita sportiva di qualsiasi atleta. Per fare un discorso molto semplice se un atleta nutre aspettative eccessive ( o obiettivi troppo alti ) sul breve periodo rischia di scoppiare emotivamente e di passare molto tempo deluso. Generalmente succede (ne ho visti molti io in prima persona) che questi ragazzi decidono di abbandonare l’attività agonistica.
Se le aspettative sono troppo basse ( o obiettivi poco stimolanti ) sul lungo periodo, non avremo un atleta sufficientemente motivato per lavorare sodo ( di quantità e qualità ) per ottenere grandi risultati.
E’ necessario avere un corretto livello di aspettative, gestendolo momento per momento. Gli atleti giovani vivono tutto come se fosse “bianco o nero” a volte una situazione come se fosse una questione di “vita o di morte”, una vittoria come se avesse vinto la finale di Champions League e una sconfitta può essere trasformata in un fallimento, ecc…
Il ruolo del genitore è anche quello di creare un ambiente positivo e produttivo intorno all’atleta e un ambiente equilibrato per tutto quello che riguardano le aspettative e gli obiettivi.
Imparare a fare un corretto feedback post gara è vitale per la crescita dell’atleta.
Generalmente i genitori sono spaventosamente emotivi durante le gare dei propri figli e trasmettono, a volte, un’eccessiva emotività ( eccessivo trasporto, urla, sgridate, eccessivi incitamenti, ecc…). Tutto questo può diventare causa di piccoli traumi “emotivi” e dello sviluppo di convinzioni depotenzianti da parte del ragazzo.
I momenti di crisi di un giovane atleta
Le crisi sono momenti cruciali nella vita di un giovane atleta, come vengono gestiti fa la differenza sull’esito della carriera. Ovviamente tutto lo staff può incidere nella gestione della crisi, ma il genitore ha un ruolo decisamente delicato.
Quando una persona è in crisi spesso non è razionale e non sempre è consapevole perfettamente di quello che sta provando e di quali potrebbero essere le soluzioni possibili. Si tende a percepire la situazione come permanente (come se dovesse durare per sempre) e pervasiva (come se abbracciasse ogni ambito della propria vita). Se l’atleta è un adolescente, moltiplicate queste sensazioni per 1000.
Il genitore ha il compito più importante. Quello di far sentire amato il figlio, a prescindere dalle decisioni che prenderà. Deve assolutamente comunicargli che a “casa” troverà sempre un porto sicuro e un’affetto incondizionato. Non bisogna assolutamente darlo per scontato, è meglio comunicarlo.
Inoltre, la crisi, per me è sempre un’opportunità di crescita straordinaria se si sa affrontare nel modo corretto. I miei atleti nelle crisi, spesso, hanno costruito dei salti di qualità straordinari, inaspettati ( dai tecnici, dai compagni, ecc…) e duraturi.
La gestione delle vittorie
La vittoria è un momento molto buono per distruggere le carriere degli atleti. Si! non sto scherzando, l’interpretazione sbagliata di una vittoria può causare danni importanti.
Si tende, moltissimo, a esagerare. Vedo moltissimi genitori considerare il proprio figlio come un nuovo Messi (non ho messo la “A” finale solo per non diventare blasfemo) e pretendere che l’allenatore costruisca la squadra in sua funzione. Ho visto anche dopo una vittoria, un genitore arrabbiarsi moltissimo perchè suo figlio aveva fatto alcuni errori per lui inaccettabili ( comportamentali, tecnici, ecc…)
Saper gestire le sconfitte e le vittorie è la base per creare Campioni!
Lavoro ogni giorno su questo aspetto con decine di atleti.
La motivazione nei giovani agonisti
Siamo tutti diversi, ognuno con le proprie caratteristiche con i propri valori e convinzioni e con le proprie chiavi d’entrata. Ogni persona si motiva in un modo diverso e dimostra motivazione in un modo diverso.
Ma cosa succede nella realtà?
Sia gli allenatori che i genitori vorrebbero motivare l’atleta secondo il proprio modello e non quello dell’atleta stesso. Spesso giudicano il ragazzo “demotivato” solo perchè non dimostra la motivazione nel modo che loro pensano sia corretto.
Questo è un aspetto importante. Esistono atleti che hanno bisogno di essere caricati a molla per rendere al meglio, altri che hanno bisogno di essere sereni e sicuri, altri ancora devono sentirsi parte di un gruppo o di un progetto importante, altri devono sentirsi “nel campo”, ecc…
L’equilibrio tra impegno sportivo, scuola e divertimento
I giovani atleti agonisti hanno una vita piena di impegni e devono essere molto ben organizzati altrimenti non riescono sempre a fare tutto bene ( sport, scuola, amici, famiglia, ecc…)
Il genitore deve creare un equilibrio tra le aree importanti della vita del proprio figlio. Non è facile per niente, ma è necessario per il bene dell’atleta e per il bene della famiglia.
La scuola pubblica in Italia non è strutturata per gli atleti agonisti. Nella maggioranza dei casi è un freno. La scuola (media e superiore) è organizzata per i ragazzi che praticano uno sport amatoriale, e purtroppo, in molti casi mi è successo di vedere che alcuni insegnanti scoraggino addirittura l’atleta a continuare l’agonismo. Questo ovviamente non deve rappresentare un alibi per i ragazzi, anche se rappresenta un’area molto delicata per un genitore da gestire con pazienza e diplomazia.
Conclusioni
Ho trattato solo alcuni argomenti che riguardano il delicato compito del genitore. Io quando un genitore mi affida un atleta agonista spiego che per fare un ottimo lavoro è necessario fare squadra. Il ragazzo è il centro del progetto (non il genitore, non l’allenatore, non io, ecc…) e intorno ci deve essere una squadra unita!
Il mio rapporto con i genitori spesso va anche oltre. Quando mi è permesso aiuto i genitori a creare una corretta comunicazione con il proprio figlio/atleta.
Elena Cerutti
Grazie.
Serve sempre un buon consiglio.
Siamo spesso lasciati soli a gestire inostri figli e a creare l’ambiente di cui hanno bisogno, nel caso di agonisti tutto diventa più complicato.
Ha fatto ottime riflessioni su questo argomento in Settima Commissione del Senato la Senatrice Idem. Speriamo venga presto pubblicata la relazione completa
Mauro Pepe
Ciao Elena
mi fa piacere che ti sia piaciuto l’articolo. Inoltre sono contento che un’atleta così importante come la Idem prenda a cuore questo argomento molto delicato.