Come vincere l’ansia nello sport?

vincere l'ansiaTutti gli atleti che ho seguito, finora, chi più chi meno, hanno dovuto gestire l’ansia da prestazione sportiva. Qualcuno aveva una sensazione leggera che scompariva con l’inizio della gara, altri provavano forti sensazioni che li accompagnavano per tutta la prestazione, altri ancora accusavano veri e propri attacchi di panico.

La maggioranza di loro mi ha chiesto come combattere l’ansia.

Io penso che l’ansia non va combattuta, va gestita. Infatti gli riformulavo la domanda come nel titolo di questo articolo: “Come VINCERE l’ansia nello sport?

Ad un atleta non interessa capire i meandri della propria psiche, né interessa studiare libri di psicologia o trattati sulla gestione delle emozioni debilitanti. Vogliono risolvere le loro crisi d’ansia, vincere e vivere meglio.

Esistono strategie per vincere l’ansia nello sport?

Si fortunatamente esistono molte strategie, bisogna solo essere bravi ad utilizzarle in base della tipologia di ansia, dalle più leggere ai veri e propri attacchi di panico.

Prima di presentare alcune strategie per raggiungere l’obiettivo partiamo da:

 

Perchè non si deve COMBATTERE l’ansia nello sport.

Si combatte un nemico non un alleato. L’ansia è un’emozione che ci appartiene. Può essere annoverata tra le poche emozioni che proviamo per tutta la vita come la paura. Non è un nostro nemico e vediamo il perchè.

Il nostro inconscio (la parte inconsapevole o non razionale del nostro cervello), tra le tante funzioni, si occupa di proteggerci dall’eventuale possibilità di soffrire. Quando si avvicina una situazione potenzialmente pericolosa (sia che possa farci soffrire fisicamente che emotivamente) attua delle strategie di protezione per allontanarci dal pericolo. Una di queste strategie è l’ansia. Quando proviamo uno stato di ansia, il corpo ci trasmette che c’è qualcosa di potenzialmente pericoloso. Da un semplice fastidio ad un attacco vero e proprio che non solo ci debilita ma ci blocca completamente.

Nello sport, si può provare ansia per tante ragioni diverse

 

Le tipologie di ansia nello sportvincere l'ansia

  • Ansia da prestazione sportiva
  • Ansia di non essere all’altezza
  • Ansia di gareggiare davanti ad un pubblico (il numero è solo una percezione)
  • Ansia di non riuscire a ripetersi (dopo un ottimo risultato)

Ovviamente ne esistono tante altre più specifiche per sport e per caratteristiche personali. Le precedenti sono le tipologie più comuni. Come è facile capire, ognuna di esse porta con se una “protezione” verso una situazione dolorosa. Ad esempio, l’ansia da prestazione (simile all’ansia da prestazione sessuale) cerca di non far competere per evitare di non ottenere il risultato sperato.

Mentre l’ansia di non riuscire a ripetersi protegge dalla dolore di dover accettare di ritornare qualche passo indietro, ecc…

 

Come facciamo a capire che stiamo vivendo una crisi d’ansia?

Molto semplicemente, l’ansia porta con se una serie di reazioni fisiche macroscopiche come:

  • Respirazione superficiale e periferica molto veloce
  • Innalzamento innaturale dei battiti cardiaci
  • Leggera curvatura del corpo ( come a proteggerci )
  • Stato di allerta e postura pronta alla fuga
  • Aumento della sudorazione, anche in assenza di movimento fisico o temperature troppo elevate.
  • Sensazione di pesantezza alla bocca dello stomaco
  • Voglia di piangere ( a volte )
  • Arti molto pesanti ( a volte )
  • Allucianazioni ( a volte )

La reazione principale, che dipende molto dall’intensità dell’emozione, è la voglia di fuggire. Arrivano alla testa tante ragioni “valide” per lasciar stare e abbandonare. Insomma, bisogna, evitare di affrontare la sfida.

 

Infortuni e attacchi di ansia

Ovviamente l’inconscio, in situazioni limite, per evitare di affrontare una situazione di possibile pericolo arriva anche a causare un infortunio. Non è raro che un atleta si è infortunato (anche lievemente come un affaticamento muscolare) a causa di uno stato d’ansia o di un attacco di panico che dura nel tempo e non gestito.

Molte volte, infatti, quando si lavora, come mental coach, sul recupero da un infortunio, spesso accade che una volta “risolta” la causa dell’ansia, il recupero si velocizza straordinariamente.

 

L’ansia non è una malattia e non va curata. No medicine!

Questo paragrafo è per me molto importante. Assolutamente evitare di curare qualcosa che non sia una malattia. Le malattie vanno curate, le emozioni e gli stati emozionali vanno compresi, gestiti e risolti.

Le medicine non fanno che “spegnere” il segnale che ci sta inviando il nostro corpo, costruendo all’interno una reazione opposta. Quando l’inconscio non ottiene risposta attraverso una sollecitazione (attacco d’ansia), o peggio viene spenta la sollecitazione stessa, ne costruisce un’altra di maggiore intensità ( crisi d’ansia, …), fino a quando non trova una strategia che obbliga allo stop, come ad esempio un infortunio.

Mai “spegnere” il segnale. Il segnale è un nostro alleato!!!

 

Strategie pratiche per vincere l’ansia nello sport

come vincere l'ansia

Quando si parla di emozioni si parte sempre dal presupposto che non esiste la bacchetta magica e non esiste una strategia che funzioni sempre, per qualsiasi persona, e in qualsiasi situazione. Infatti esistono molti livelli diversi di attacchi di ansia. Per alcuni può essere sufficiente anche solo imparare alcune tecniche di respirazione, in altri casi, invece, bisogna intervenire con tecniche di riequilibrio emozionale, in altri casi ancora è necessario andare ad affrontare e risolvere il conflitto interno legato all’ansia o all’attacco di panico.

Lievi attacchi d’ansia.

Per lievi attacchi d’ansia è sufficiente:

  1. Imparare le tecniche di respirazione diaframmale
  2. Trasformare la propria fisiologia.
  3. Porsi domande potenzianti
  4. Indirizzare correttamente il “focus”

Attacchi d’ansia di livello medio

In questo caso, è fondamentale, capire cosa causa l’attacco d’ansia, qual’è la VERA situazione dalla quale l’inconscio sta cercando di farci fuggire. Da quale potenziale dolore ci sta difendendo.

L’errore che fanno molti atleti, e purtroppo anche qualche psicologo/allenatore improvvisato, è quello di trovare una ragione razionale. Non sempre la VERA causa è razionale (secondo il normale modo di ragionare ). Spesso è un’interpretazione depotenziante dell’atleta riguardo ad una possibile situazione  di dolore (a volte realizzabile solo nella sua mente).

Dalla mia esperienza, raramente, l’atleta è in grado razionalmente di capire fino in fondo le ragioni di questo sabotaggio.

Una volta trovata la risposta a questo quesito, l’ansia va gestita e RISOLTA.

In questi casi l’intervento di un mental coach può velocizzare il processo senza lasciare troppi “acciacchi”, con una piacevole sensazione di aver costruito una strategia per vivere meglio.

Crisi d’ansia molto forti ( attacchi di panico )

In questo caso, prima di fare qualsiasi cosa, il consiglio che io do è quello di interrompere l’attività sportiva agonistica.

Lo so che sembra eccessivo, ma in casi di attacchi di panico, l’infortunio diventa probabile, e i tempi di recupero potrebbero essere decisamente più lunghi rispetto alla risoluzione del problema.

Inoltre, quando gli attacchi d’ansia sono troppo forti ( quando sono dei veri e propri attacchi di panico ), è necessario anche gestire le emozioni, per evitare di creare, da parte dell’atleta, delle generalizzazioni estremamente dannose, tipo “questo sport non fa per me”, “non sono adatto a fare l’atleta professionista”, “non supererò mai….”, ecc…

Quindi…

 

Cosa fare quando si vuole Vincere l’ansia nello sport

Evitare assolutamente di giocare a fare il “piccolo psicologo”, oppure ancora peggio di rivolgersi a qualcuno che gioca a fare il “piccolo psicologo”.

Il 1° passo da compiere è quello di rivolgersi ad un professionista che sia preparato dal punto di vista della gestione delle emozioni e che abbia una buona conoscenza dello sport, ad esempio un mental coach sportivo.

Il 2° passo è avere fiducia nella propria capacità di cambiamento e risoluzione.

Dalla mia esperienza personale si può vincere l’ansia anche in poco tempo. Se lo si fa correttamente, risolvendo il “conflitto” che è dietro, la soluzione è duratura e spesso l’atleta ne esce decisamente rinforzato.

 

Conclusioni

Nella maggioranza dei casi, quando non viene risolta, il corpo trova altri “modi” per comunicare il disagio, e nel tempo anche l’infortunio può essere annoverato tra questi allarmi.

Quando un attacco d’ansia o finanche un attacco di panico viene “RISOLTO” il beneficio che ne consegue è davvero entusiasmante, posso affermare che non solo si migliorano le prestazioni sportive ma si inizia a vivere meglio. L’ansia come molte emozioni dolorose è un invito all’azione, a cambiare un comportamento depotenziante, o a cambiare un’interpretazione non corretta. Quindi non bisogna negare questa emozione ma bisogna Agire!

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