10 caratteristiche di una coaching vincente!
Vengo contattato sempre più spesso da atleti o da genitori di atleti, per varie ragioni. Mi contattano per migliorare le loro prestazioni sportive, perchè non rendono in gara quanto in allenamento, per superare paure, ansie, preoccupazioni, ecc…, per gestire meglio la pressione sportiva, per raggiungere obiettivi davvero ambiziosi, e tanto tanto altro ancora.
Tutti, dico tutti, mi chiedono cosa sia una coaching e cosa si faccia in una coaching. Per avere un’idea molto chiara ti invito a leggere questa pagina del mio sito dove ho spiegato in maniera molto precisa cosa sia.
In questo articolo, invece, voglio raccontarti invece quali sonole caratteristiche che rendono una coaching vincente.
10 Caratteristiche di una Coaching Vincente
- Straordinario feeling.
L’ho inserito per primo punto non a caso. Il primo compito del mental coach è quello di creare un buon feeling con l’atleta. Io penso che per essere vincente una coaching si debba svolgere in un ambiente gioioso ( tranne che in alcuni casi ), serio ma mai serioso, motivante e entusiasmante, e di totale apertura. Solo se il feeling è buono si può ottenere questo risultato - Rapporto di completa fiducia
Senza questo ingrediente, è inutile fare le coaching. A volte ho rifiutato di essere il mental coach di alcuni atleti perchè non mi ispiravano fiducia. Non come persone, ma non facevano gli esercizi e i cambiamenti che io chiedevo loro. Non mi fidavo della loro motivazione e della loro determinazione a raggiungere i risultati per i quali mi avevano contattato.
La fiducia deve essere totale ( anche se ci vuole tempo ). L’atleta si deve fidare del mental coach perchè deve potergli dire qualsiasi cosa e deve poter accettare le cose che gli dice, anche quelle non piacevoli. Il mental coach si deve fidare dell’atleta che resta il protagonista delle coaching. - Fare le cose con entusiasmo e passione
Senza questi ingredienti i risultati restano su un piano tecnico e mentale, e ti assicuro non entrano nel piano della “magia dei risultati straordinari”. Nessuno ha mai raggiunto il vero successo senza metterci passione ed entusiasmo. Questo è valido sia per il mental coach che per l’atleta. - Il protagonista è l’atleta non il mental coach
Questo è un punto cruciale. Il protagonista è sempre l’atleta. Molte volte si sbaglia l’approccio al percorso di crescita. Se l’atleta non si sente il protagonista nelle coaching, rischierà di ottenere molto meno di quello che può raggiungere. - Il mental coach ci mette la competenza e la preparazione mentre l’atleta la motivazione
Il mental coach non è un motivatore, o meglio è in grado di motivare l’atleta, ma il’obiettivo principale è far crescere l’atleta e insegnargli a cercare la motivazione dentro di se.
La motivazione la deve mettere l’atleta. Fare delle coaching con un atleta poco motivato non è produttivo perchè difficilmente si ottengono eccellenti risultati. - Non avere fretta nel raggiungere i risultati, ma costruire una crescita costante.
La crescita che avviene attraverso le coaching non è né regolare né proporzionale al tempo impiegato. La crescita dipende da tanti fattori. E’ capitato con atleti che per intere settimane non sono riusciti a raggiungere un obiettivo che si erano posti nelle coaching, e poi, ad un certo punto, quando erano pronti, hanno ottenuto molto più delle loro aspettative. Per altri alcuni insegnamenti maturano pian piano e quando meno se lo aspettano cambiano la loro vita e i loro risultati. - Entrambi devono essere disposti a dare il massimo
Spesso dico: “Accetto da te non meno del massimo!”.
Io come Mental Coach sono abituato a dare il massimo e a volte anche più di quello che mi è stato richiesto. Io prendo a cuore ogni percorso di crescita. So che posso fare la differenza con le persone che seguo, e so che attraverso l’impegno anche loro possono ottenere risultati straordinari. Ovviamente solo se entrambi sono disposti a dare il massimo si possono ottenere risultati al di sopra delle aspettative. - Costruire bene i ruoli
In ogni interazione interpersonale stabilire bene i ruoli è il primo passo per costruire rapporti produttivi ed appaganti. Vale anche tra mental coach e atleta. Il Mental Coach non è né il confessore, né il confidente, né l’amico. Il Mental Coach, a volte deve incoraggiare e a volte deve essere duro e deciso, a volte è importante anche dare un bel “calcio nel sedere” per aiutare l’atleta, se necessario. - Deve spingere all’azione.
La competenza da sola non ha mai fatto raggiungere il successo. Bisogna spingere l’atleta a compiere azioni concrete per risolvere le sue zone d’ombra. Si chiama mental training proprio perchè è un allenamento. Una buona coaching deve prevedere degli esercizi da far fare all’atleta, che con la pratica, potrà davvero imparare, crescere, migliorare e diventare più forte. - Bisogna essere aperti a qualsiasi risultato ( emozionale ).
Quando si parla di emozioni, stato emozionale, preparazione mentale, non è possibile prevedere le reazioni e i risultati. Bisogna essere aperti, perchè i processi di crescita non seguono strade standard. Ogni persona è diversa per background, convinzioni, valori e abitudini, e quindi reagisce e agisce in maniera del tutto soggettiva.
Ecco queste sono 10 caratteristiche presenti nelle coaching del mio metodo “Vinci con la mente … e con il cuore!”
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